Il palazzo del Vignola

Situato nel centro del paese e oggi sede del Museo Archeologico Civita, venne progettato nella seconda metà del XVI secolo da Jacopo Barozzi, illustre architetto del Cinquecento comunemente conosciuto come “il Vignola”. Le poche notizie che si ricavano sul palazzo sono annotate nel Libro delle Memorie conservato presso l’Archivio Storico Comunale di Grotte di Castro. Dal volume risulta che a seguito di un evento sismico verificatosi il 30 maggio 1563 il palazzo, allora sede comunale, subì notevoli danni, tanto che gli uffici furono trasferiti in abitazioni private, prese in affitto.
Dovendo intervenire sull’edificio si decise di affidare il progetto a un architetto illustre e fu scelto il Vignola che in quel periodo lavorava per la famiglia Farnese. Dalle fonti si ricavano una pluralità di notizie sugli ambienti che lo componevano:
cucina con volta, segreta con volta, pubblica con volta e adito con volticella, cellaro con pilastro, stanza della munitione, salaria con mattonato doppio, granaio verso la piazza con tramezzo verso le camere, agiatoio, camera verso la piazza e altre camere verso Girolamo, prigioni nel pian terreno. Il piano superiore al quale si accedeva con una scala grande conteneva: una sala grande verso la piazza, con camino e due tramezzi, una camera verso Girolamo, con mattonato doppio, un’altra verso la piazza e la cancelleria.
Il palazzo venne ultimato dopo diciotto anni di lavori, ma nel 1921, a seguito di un altro terremoto, si decise di intervenire apportando delle modifiche. Le uniche parti originali rimaste all’esterno sono: il portale — posto sul versante della chiesa di San Pietro — al primo piano le cinque finestre in nenfro con sottostante marcapiano e i due angoli bugnati sempre in nenfro. All’interno invece possiamo ammirare la suggestiva scala a chiocciola e il camino nella sala consigliare che, come si legge nell’iscrizione dell’architrave, proviene dal palazzo di Innocenzo Iuzzi.