La Necropoli di Vigna La Piazza

NECROPOLI DI VIGNA LA PIAZZA

Le indagini archeologiche presso la necropoli di Vigna la Piazza condotte dalla SBA-EM in collaborazione con il Gruppo Archeologico “Castrum Cryptarum”, hanno permesso di accrescere la conoscenza relativa al rituale funerario della fase più antica della comunità della Civita di Grotte di Castro, databile tra la fine dell’VIII e gli inizi del VII sec. a.C.
Fino a questi ultimi scavi le conoscenze relative al rituale funerario etrusco erano limitate alla tipologia delle tombe a camera scavate nei costoni tufacei e delle tombe a cassone, caratterizzate da un sarcofago litico ricoperto o con lastre di tufo o con coperchio a doppio spiovente. In corrispondenza del Km 1,200 della SP 48 è stato messo in luce un settore della necropoli caratterizzato dalla presenza di sepolture individuali a fossa, spesso inserite in posizione centrale all’interno di un circolo di blocchetti di tufo sbozzati approssimativamente e posti a secco. La struttura funeraria è caratterizzata da una fossa scavata nel terreno, orientata N-E / S-W, rivestita lungo le pareti da schegge di tufo, e la cui copertura è spesso conformata a volta. Il defunto è deposto in posizione supina a contatto diretto con il terreno ma, in alcuni casi, è attestata la presenza del sarcofago ligneo. In numerosi casi le sepolture sono iscritte all’interno di un circolo di pietra di 2-3 m di diametro, che risulta impostato a una quota superiore alla fossa stessa. I circoli sono posti in modo ravvicinato, probabilmente per sottolineare la pertinenza a uno stesso nucleo familiare. Questa stessa area è sfruttata in un secondo momento dall’impianto di circoli di pietre realizzato con blocchi di tufo squadrati di dimensioni maggiori ai precedenti (6 m di diametro), che racchiudono al loro interno una sepoltura singola in sarcofago litico, deposto alla stessa quota delle sepolture più antiche. Il corredo è deposto sia all’interno del sarcofago che lungo le pareti esterne dello stesso. In alcuni casi i circoli di pietre si impostano al di sopra delle sepolture più antiche, probabilmente per ricollegarsi alle generazioni precedenti. In alcuni casi è attestata la presenza di sarcofagi litici addossati esternamente al circolo di pietre. La tipologia funeraria con circolo di pietre adottata a Grotte di Castro nelle prime fasi di vita risulta essere un unicum nella zona della Val di Lago e nel territorio orvietano, che invece si connota per la presenza di tombe a fossa coperte da un accumulo di scaglie litiche o pozzetti (Orvieto, Civita d’Arlena).
Le tombe a circolo di pietre si ricollegano a quelle note in Etruria settentrionale (Vetulonia, Massa Marittima) e nell’area medio-adriatica e del Latius Vetus. La monumentalizzazione del circolo di pietre e l’adozione del sarcofago litico trova puntuali riscontri a Bisenzio, nella necropoli di Olmo Bello, a Orvieto nella necropoli del Crocifisso del Tufo.


Tomba VLP 47 quater

La tomba è stata individuata nel maggio 2012. E’ costituita da una inumazione in sarcofago monolitico collocato nel settore occidentale di una tomba a circolo. Il sarcofago era posizionato direttamente sul terreno senza ulteriori apprestamenti; l’orientamento è nord- sud con poggiatesta a nord. Per la presenza di corone di secondi molari decidui in formazione è stato possibile attribuire la sepoltura a un’infante di età compresa tra 6 e 9 mesi, mentre l’assegnazione al sesso femminile è stata stabilita sulla base di elementi del corredo esclusivi alla sfera muliebre. Tra questi si segnalano gli elementi di collana in pasta vitrea, ambra e bronzo e i pregevoli unguentari d’importazione da centri greco-orientali costituiti dall’alabastron di alabastro e dall’aryballos globulare di faience con decorazione a losanghe, quest’ultimo presente con diversi esemplari anche nella necropoli di Bisenzio. Entrambi gli oggetti contribuiscono a fissare la datazione della sepoltura intorno alla metà del VI sec. a.C.